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75 Years of Porsche
Officially approved Porsche Club 81

La ditta Dr. Ing. h.c. F. Porsche GmbH di Stoccarda venne iscritta nel registro di commercio il 25 Aprile 1931. Il Prof. Porsche aveva posto così le basi di un'attività nel campo della progettazione e costruzione di automobili, ma a quell'epoca non poteva certo prevedere che sarebbe diventato uno dei maggior costruttori di automobili sportive del secolo.

Risale al 1932 in'invenzione, ideata e brevettata dal Prof. Porsche, che merita di essere considerata attentamente: la barra di torsione, che in seguito verrà utilizzata da numerose case automobilistiche. A brevissima distanza di tempo, lo studio Porsche progettò poi una vettura da corsa, ma solo per avere un progetto nel cassetto. La sua costruzione venne intrapresa dalla Auto Union, e negli anni 1934/37 ottenne successi e record su tutti i circuiti del mondo.

Nel 1934 la Porsche ricevette l'incarico, da parte dell'Associazione automobilistica tedesca, di progettare un'utilitaria denominata "Volkswagen", oltre alla progettazione e costruzione della fabbrica Volkswagen stessa, impegno che si protrarrà sino allo scoppio della guerra.

Dopo il conflitto bellico Ferdinand Porsche venne imprigionato dai francesi, nel frattempo il figlio, Ferry Porsche aveva aperto un'officina di riparazione a Gmund in Carinzia , all'epoca le poche commesse di nuovi progetti lo costrinsero a riparare automobili.

Ferry intanto stava lavorando ad una sua idea: una vettura sportiva su base Maggiolino Volkswagen.

Fu la nascita del primo modello Porsche 356, pronto nel 1948.

Iniziò qui la leggenda della Porsche 356, costruita con elementi scatolati saldati al telaio, a formare un corpo unico. La linea già di buona aerodinamica consentiva di sfiorare i 140 km orari con soli 40 CV di potenza . La meccanica dei primi modelli era di stretta derivazione Volkswagen, e la carrozzaria dei primi 48 modelli di Gmund era stata realizzata interamente a mano in fogli di alluminio battuto su forme in legno.

Pur essendo ancora quasi sconosciuta già nel 1950 le prime tre 356 sbarcarono negli Stati Uniti per essere vendute dal famoso importatore di New York Max Hoffman.

L'anno successivo, quando l'avvio della produzione congiuntamente alla Reutter consentì di aumentare il volume di vendita altre 32 auto raggiunsero l'America. Nel frattempo gli stabilimenti si trasferivano dalla vecchia sede di Gmund alla attuale sede di Stoccarda.

Nel marzo 1951 fu completata la cinquecentesima 356, e al salone di Bruxelles dello stesso anno fece la comparsa il nuovo propulsore con cilindrata 1500 cmq, un motore con il quale veniva a cessare ogni parentela con il Maggiolino.

Nel settembre 1952 la motorizzazione 1500cmq, dietro pressione di una parte della clientela, cominciò ad essere offerta in due verioni: la normale e la Super. Nel 1952 veniva presentata l'America Roadster, una strana Porsche con carrozzeria aperta. Si trattava del tentativo di proporre una versione leggera e sportiva alla clientela che desiderava una Porsche competitiva in termini di prestazioni. Si aprì così la strada al famoso e fortunato modello Speedster.

Nel marzo 1956, contemporaneamente al 25¡ anniversario della ditta, venne festeggiata la produzione della decimillesima Porsche 356. Questa vettura che prese il nome "356 A", era leggermente modificata rispetto al modello precedente.

La linea rimase comunque quasi invariata, anche se ora si faceva notare il nuovo parabrezza incurvato.La gamma dei motori si fece più ricca offrendo potenze fino a 75 CV. Ma la vera regina era (ed è) la Carrera, la quale montava un motore a 4 alberi a camme di nuova concezione e poteva erogare ben 100 CV.

Al salone di Francoforte del 1957 la 356 A venne presentata con alcune modifiche. Si notavano subito i nuovi fanali posteriori ed i rostri del paraurti posteriore che contenevano anche lo scarico.

Nel 1958, alla nuova serie, mancava lo Speedster che venne sostituito dalla Convertible, che aveva un parabrezza leggermente rialzato e finestrini laterali abbassabili.

Nel 1959 seguì la 356 B che si distaccò sempre più dal modello che l'aveva preceduta. I proiettori vennero sistemati più in alto e conseguentemente anche i paraurti. Per quanto riguarda i motori a quel tempo esisteva il tipo 616, un 1600 con 60, 75 e 90 CV a scelta.

Nel 1961 la 356 B venne di nuovo completamente rielaborata, catturavano l'attenzione dello spettatore sia il cofano anteriore ingrandito, sia le due griglie di raffreddamento sul cofano motore.

Alla fine del 1961 venne anche presentata la 356 B Carrera GS/GT con un motore di 2 litri e potenza di 130 CV, per la prima volta, su questa serie, vennero montati freni a disco.

Con il 1963 iniziò anche la nuova serie delle 356 identificate nel modello C. Esteriormente la C era quasi identica al modello precedente, ma fu dotata di freni a disco sulle quattro ruote come equipaggiamento di serie. Riguardo ai propulsori c'erano i 1600 C da 75 CV e lo SC di 95 CV ed infine il Carrera 2000 GS.

Nell'aprile del 1965 uscì dalla catena di montaggio di Zuffenhausen l'ultima 356, una cabriolet destinata alla polizia. Da quando si era dato inizio alla serie 356 erano state costruite 79.319 vetture. Al salone dell'automobile di Francoforte del 1963 la Porsche presentò il modello 901, ma per noi questa è un'altra storia.

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La 356 è costituita da un pianale in lamiera solidale con la carrozzeria, che si si comporta come una carrozzeria portante. La meccanica, originariamente di derivazione Volkswagen, ne conserva in tutti i modelli l’impostazione di base ma se ne discosta sempre di più, anno dopo anno, per quanto riguarda componenti utilizzati, materiali e caratteristiche specifiche.

Nelle 356, il motore è sempre un quattro cilindri “boxer”, raffreddato ad aria.

Un albero a camme nel basamento comanda le valvole in testa, mediante il classico sistema di aste e bilanceri.

L’alimentazione è fornita tramite due carburatori doppio corpo, uno per bancata. La lubrificazione è a carter umido tradizionale, con sistema di raffreddamento assicurato da una girante, il cui moto e solidale a quello del motore, inserita in un carter di lamiera.

Le versioni più sportive sono dotate del motore versione “carrera”.

La principale differenza è data dal doppio albero a camme in testa per ogni bancata, mossi da alberini di rinvio. L’albero a gomiti gira su cuscinetti anziché su bronzine, l’accensione è a doppia candela, la lubrificazione a carter secco. La ventola di raffreddamento è qui visibile (come sarà poi su tutte le 911)

L’altra caratteristica tipica, caratterizzante e perpetuata della 356 è il sistema di sospensione a bracci oscillanti e barre di torsione anziché molle, il tutto completato naturalmente da ammortizzatori. Anche questo sistema, pur ridisegnato, sarà perpetuato sulla 911 fino a tutto il 1989.

Le altre componenti meccaniche sono tutte tradizionali: sterzo a vite e rullo estremamente dolce e dotato nelle versioni più recenti di un efficace sistema di ammortizzazione. Frizione monodisco a secco (Sachs). Cambio a 4 marce più retromarcia, totalmente sincronizzato, dal 1952.

 

 

Tabella produzione e modelli

 

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